I popoli, al pari degli individui, tanto possono quanto sanno.
Poiché la lingua è lo specchio del pensiero, indagare il preciso significato delle parole è mettere chiarezza nelle proprie idee.
Nei piccoli paesi la gente perde la metà del suo tempo a spiare le cose degli altri e l'altra metà a riferire quello che ha scoperto o inventato.
L'usanza comune a molti letterati di disprezzare il mondo moderno è una maniera dissimulata di presumersi degni di un altro migliore.
La più gran soddisfazione che si possa dare al prossimo e che poi senza nessun dubbio ci procura le maggiori lodi, è quella di morire.
La modestia deriva o dal non conoscere il proprio valore o dal fingere di ignorarlo, vale a dire è o ignoranza, o ipocrisia. Nondimeno, siccome lusinga molto l'amor proprio degli altri, passa per una gran virtù.
Il più certo modo di celare agli altri i confini del proprio sapere, è di non trapassarli.
Se una cosa è così complicata da non poter essere spiegata in dieci secondi, allora non vale la pena di saperla.
Tutto ciò che non sappiamo è stupefacente. Ancor più stupefacente è quello che crediamo di sapere.
Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo è un oceano!
Alcuni sono ancora convinti che sapere equivalga a potere.
La nostra ricchezza muore con noi, poiché l'abbiamo tutta nella nostra testa e nessuno potrà sottrarcela, a meno che non ci taglino la testa e allora non ci occorre più nulla.
L'uomo di poco sapere invecchia come un bove. Crescono le sue carni, ma non cresce la saggezza.
So di non sapere.
Sapere dove andare e sapere come andarci sono due processi mentali diversi, che molto raramente si combinano nella stessa persona.
Se sai, sta' zitto.