I popoli, al pari degli individui, tanto possono quanto sanno.— Aristide Gabelli
I popoli, al pari degli individui, tanto possono quanto sanno.
La modestia deriva o dal non conoscere il proprio valore o dal fingere di ignorarlo, vale a dire è o ignoranza, o ipocrisia. Nondimeno, siccome lusinga molto l'amor proprio degli altri, passa per una gran virtù.
L'usanza comune a molti letterati di disprezzare il mondo moderno è una maniera dissimulata di presumersi degni di un altro migliore.
Il mondo giudica gli uomini non dalle prove, ché non ha il tempo di ricercarle, ma dalle apparenze, onde poco basta a passare per una perla e pochissimo per un briccone.
Non c'è che un solo modo di serbarsi sempre fedeli alle stesse opinioni, rimanere tutta la vita fanciulli.
La cosa più dura: tornare sempre a scoprire ciò che già si sa.
Costui crede di sapere mentre non sa; io almeno non so, ma non credo di sapere. Ed è proprio per questa piccola differenza che io sembro di essere più sapiente, perché non credo di sapere quello che non so.
Una delle bizzarrie più divertenti nel mondo, è che gli uomini credono sempre di sapere ciò che è loro necessario sapere. Guardateli parlare di politica, questa scienza così complicata; guardateli parlare di matrimonio e di costumi.
Quanto più già si sa, tanto più bisogna ancora imparare. Con il sapere cresce nello stesso grado il non sapere, o meglio il sapere del non sapere.
La nostra ricchezza muore con noi, poiché l'abbiamo tutta nella nostra testa e nessuno potrà sottrarcela, a meno che non ci taglino la testa e allora non ci occorre più nulla.
Tra credere e pensare di sapere vi è solo una breve distanza ed è rapidamente colmata.
Il diletto è dalla parte di quelli che sanno a metà.
Insopportabile una vita di cui si sa troppo.
Se quelli che dicono male di me sapessero quel che penso di loro, direbbero peggio.
È molto più bello sapere qualcosa di tutto, che tutto di una cosa.