Il sapere tende a farsi vedere. Se lo si tiene segreto, deve vendicarsi.
Si può vivere soltanto se, con una certa frequenza, non si fa quello che ci si propone. L'arte consiste nel proporsi la cosa giusta da non fare.
Le religioni storiche mondiali portano nel sangue un presentimento delle insidie della massa. Ciò che esse desiderano è, al contrario, un gregge duttile. È consueto considerare i fedeli come pecore e lodarli per la loro ubbidienza.
Tutte le opinioni possibili possono esprimersi moralmente; cioè: nulla è tanto immorale da non poter essere, in qualche posto, ammesso e prescritto.
Ognuno vuole amici potenti. Ma loro ne vogliono di più potenti.
Hitler in pochi anni ha trasformato i tedeschi in ebrei, e oggi tedesco è divenuto una parola dolorosa come ebreo.
Non sa niente. E crede di saper tutto. Questo indica una chiara vocazione per la carriera politica.
Il sapere e la ragione parlano, l'ignoranza e il torto urlano.
L'uomo che è pessimista prima di avere 48 anni sa troppo; dopo, se è un ottimista, sa troppo poco.
Se l'individuo non può sapere niente, perché tutti insieme ne saprebbero di più?
Se un uomo è onesto come scienziato, la proporzione fra quanto crede di sapere e quanto crede di non sapere varia sempre a suo discapito. E più si diventa vecchi se si cerca sinceramente la verità più si sa che non si sa niente e che ci sono tante cose che si vorrebbero sapere.
Chi legge sa molto; chi osserva sa molto di più.
So di non sapere.
Il vero sapiente è colui che sa di non sapere.
La cosa più dura: tornare sempre a scoprire ciò che già si sa.
La nostra ricchezza muore con noi, poiché l'abbiamo tutta nella nostra testa e nessuno potrà sottrarcela, a meno che non ci taglino la testa e allora non ci occorre più nulla.