Che Dio sia morto o no, è impossibile tacerne: c'è stato per tanto tempo.
La morte non tace su nulla.
Nella vita la cosa più audace è odiare la morte; sono disprezzabili e disperate le religioni che ottundono questo odio.
I morti hanno paura dei vivi. Ma i vivi, che non lo sanno, temono i morti.
Soltanto il sapere che esita conta. Questo è ciò che, più di ogni altra cosa, manca al computer: l'esitazione.
L'adozione acritica del "rivelato" e del mistero dell'autorità implicati dalla rivelazione rendono ancora più difficile, o forse persino impossibile, la conquista di quel diritto più esigente: tacere a proposito di Dio.
Dio non è che l'immagine di qualche cosa, principio, forza, idea, spirito, volontà, che noi non possiamo concepire né nominare.
Dio è il dolore della paura della morte.
L'uomo si crea un Dio a propria immagine, e ogni Dio invecchia insieme con gli uomini che lo hanno creato.
Forse, ai felici e ai ricchi non è lecito sperare di entrare nel Regno dei Cieli; forse, solo quando sono caduti nel terrore e nella disperazione, gli uomini sono in grado di apprezzare il Regno promesso da Dio.
Allah è il più grande. Io sono solamente il più grande pugile.
A forza di insistere Dio è costretto a esistere, a forza di preghiere si forma il suo orecchio, a forza di lacrime nostre i suoi occhi vedono, a forza di allegria spunta il suo sorriso.
Non c'è da temere che la mia felicità passi, perché Dio ne è l'unico oggetto ed egli non cambia.
Ogni bambino che nasce ci ricorda che Dio non è ancora stanco degli uomini.
Se vuoi combattere i dittatori, comincia col primo dittatore: Dio.