Che Dio sia morto o no, è impossibile tacerne: c'è stato per tanto tempo.— Elias Canetti
Che Dio sia morto o no, è impossibile tacerne: c'è stato per tanto tempo.
Non c'è fede tanto disgustosa da prevenirne una più disgustosa.
Il progresso ha i suoi svantaggi; di tanto in tanto esplode.
La più perfetta e terrorizzante opera d'arte dell'umanità è la sua ripartizione del tempo.
Nell'amore le rassicurazioni valgono come annuncio del loro opposto.
Nei libri che ricordiamo c'è tutta la sostanza di quelli che abbiamo dimenticato.
Se Dio esiste dobbiamo riconoscerlo nella natura immobile e indipendente.
Tutto ciò che si dice di Dio secondo il corpo, dita, mano, braccia, occhi, bocca, piedi, non indica membra umane come le nostre, ma designa col nome delle membra corporee le sue facoltà.
Dio si insedia nei vuoti dell'anima. Sbircia i deserti interiori, perché a somiglianza della malattia egli predilige occupare i punti di minor resistenza. Una creatura armoniosa non può credere in Lui.
Credere in Dio è come accusare qualcuno senza prove.
Soltanto l'inutilità del primo diluvio trattiene Dio dal mandarne un secondo.
Il cuore, non la ragione, sente Dio; ecco ciò che è la fede: Dio sensibile al cuore, non alla ragione.
Essere non comporta necessariamente l'esistere: Dio non esiste ma è.
Dio non esiste. Però noi siamo il suo popolo eletto.
Se magnificate il Dio senza la cui volontà nemmeno un passero cade dal tetto, perché picchiate il ragazzo che lo abbatte?
Se nessuno crede più in Dio, tutti credono sempre più nell'uomo.