Quello che spinse gli uomini alla scienza è lo stupore.— Aristotele
Quello che spinse gli uomini alla scienza è lo stupore.
Un'assurdità plausibile è sempre migliore di una possibilità che non convince.
A volte anche il pensare danneggia la salute.
La felicità è di coloro che sono sufficienti a se stessi.
Se la libertà e l'uguaglianza, come pensano alcuni, si trovano principalmente nella democrazia, saranno meglio ottenuto quando tutte le persone partecipano al massimo nel governo allo stesso modo.
Non è forse vero che non è affatto strano che le amicizie fondate sull'utilità e sul piacere si sciolgono quando non si hanno più questi vantaggi? E di quei vantaggi che si era amici: venuti meno quelli, è naturale che non si ami più.
La scienza non può stabilire dei fini e tanto meno inculcarli negli esseri umani; la scienza, al più, può fornire i mezzi con i quali raggiungere certi fini. Ma i fini stessi sono concepiti da persone con alti ideali etici.
La scienza non può mai afferrare l'irrazionale, perciò essa non ha futuro dinanzi a sé in questo mondo.
Il processo di una scoperta scientifica è, in effetti, un continuo conflitto di meraviglie.
Quando la Scienza avrà messo tutto in ordine, toccherà ai poeti mischiare daccapo le carte.
La scienza non ha patria, perché la conoscenza è patrimonio dell'umanità, la fiaccola che illumina il mondo.
Il metodo della scienza è razionale: è il migliore che abbiamo. Perciò è razionale accettare i suoi risultati, ma non nel senso di confidare ciecamente in essi: non sappiamo mai in anticipo dove potremmo essere piantati in asso.
I più grandi scienziati sono sempre anche degli artisti.
Più che un sistema di credenze, la scienza può essere considerata un sistema di problemi.
Quando saremo afflitti, la scienza della realtà fuori di noi non ci consolerà dell'ignoranza morale, ma la scienza morale mi consolerà sempre dell'ignoranza delle scienze oggettive.
La scienza è il capitano, e la pratica sono i soldati.