Un tutto è ciò che ha principio e mezzo e fine.
Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia: mentre da principio restavano meravigliati di fronte alle difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco, giunsero a porsi problemi sempre maggiori.
Come, quand'è perfetto, l'uomo è la migliore delle creature, così pure, quando si stacca dalla legge e dalla giustizia, è la peggiore di tutte.
Le persone oneste e intelligenti difficilmente fanno una rivoluzione, perché sono sempre in minoranza.
È sconveniente che i giovani pronuncino delle massime.
Gli inferiori si ribellano per poter essere uguali e gli uguali per poter essere superiori. È questo lo stato d'animo da cui nascono le rivoluzioni.
I fanciulli trovano tutto nel nulla, gli uomini trovano il nulla nel tutto.
Tutto. Fino all'ultimo centesimo, tranne quello che si è tenuto per sé.
Si può fare a meno di tutto. Purché non si debba.
Il tutto è maggiore della somma delle sue parti.
Tutto è noi, e noi siamo tutto; ma questo a cosa serve, se tutto è niente?
I vecchi credono in tutto; le persone di mezza età sospettano di tutto; i giovani sanno tutto.