È strano come a volte il ricordo della morte sopravviva molto più a lungo della vita che essa ha rubato.— Arundhati Roy
È strano come a volte il ricordo della morte sopravviva molto più a lungo della vita che essa ha rubato.
Nessuno muore mai completamente, c'è sempre qualche cosa di lui che rimane vivo dentro di noi.
Nessuno sa se per l'uomo la morte non sia per caso il più grande dei beni, eppure la temono come se sapessero bene che è il più grande dei mali. E credere di sapere quello che non si sa non è veramente la più vergognosa forma di ignoranza?
Il grande dolore che ci provoca la morte di un buon conoscente ed amico deriva dalla consapevolezza che in ogni individuo v'è qualcosa che è solo suo, e che va perduto per sempre.
Mi scrive l'amica di Londra: "A giudicare da certi cimiteri ci sarebbe da pensare che noi trattiamo i nostri cari meglio da morti che da vivi.
Pare impossibile; ma c'è al mondo certa gente che riesce a morire, sebbene non sia mai stata viva.
Ieri nel di dei morti ebbi dei momenti di grandissima gioia pensando a te, e al bambino biondo e gentile che avremo....
Ed è il pensiero della morte che, in fine, aiuta a vivere.
Ormai mi incuriosisce di più morire. Mi rincresce solo che non potrò scriverne.
La vita è piacevole, la morte è pacifica. È la transizione che crea dei problemi.
Questo paese sconosciuto da cui nessun viaggiatore è tornato.