Morte... è l'unica cosa che non siamo riusciti a volgarizzare del tutto.— Aldous Huxley
Morte... è l'unica cosa che non siamo riusciti a volgarizzare del tutto.
Ciò che sentiamo e pensiamo e siamo e in gran parte determinato dallo stato delle nostre ghiandole e delle viscere.
Il letto è il teatro dei poveri.
Posso provare simpatia per i dolori delle persone, ma non per i loro piaceri: c'è qualcosa di curiosamente noioso nella felicità di qualcun altro.
Un'esperienza elevata è perfettamente compatibile con un'espressione simbolica inferiore.
Non si può conoscere con l'esperienza una grande città: la sua vita è troppo complessa perché un qualsiasi individuo possa parteciparvi.
È necessaria l'infelicità per capire la gioia, il dubbio per capire la verità... la morte per comprendere la vita. Perciò affronta e abbraccia la tristezza quando viene.
Quando morirai andrai in cielo ma io non sono d'accordo; forse il cielo è un posto bellissimo ma io vivo qui e la realtà è quella che ho davanti agli occhi.
La nostra morte individuale, solitaria e dimenticata nel frastuono delle cose ci incute sgomento in cuore.
La morte è il male più grande, perché recide la speranza.
Giù, giù, in fondo al cuore, non crediamo alla nostra estinzione; in qualche modo ci aspettiamo di essere presenti, a osservare quello che succederà ai posteri.
A me la morte fa una gran paura, si lasciano troppi sorrisi, troppe mani, troppi occhi.
Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno.
Essere morti significa svegliarsi dalla parte sbagliata dei propri sogni.
I morti hanno paura dei vivi. Ma i vivi, che non lo sanno, temono i morti.
Quando io crederò imparare a vivere, e io imparerò a morire.