Mi scrive l'amica di Londra: "A giudicare da certi cimiteri ci sarebbe da pensare che noi trattiamo i nostri cari meglio da morti che da vivi.
Il nevrotico crede di poter star bene una volta guarito. In ciò consiste la sua nevrosi.
Quando un libro è uscito è tempo, per l'autore, di rimorsi.
Un ideale nella vita è indispensabile. Ci vuole una fede, uno scopo. Così si dice. È un modo di alludere all'orrore che si prova davanti al puro fatto di esistere.
Ho sempre preferito le porte d'uscita a quelle d'ingresso.
Vecchiaia: stanchezza che il riposo non elimina.
La vecchiaia segue la giovinezza, e la morte la vecchiaia. Se uno non vuole morire, non vuole vivere.
La differenza fra il sesso e la morte è che la morte la puoi fare da solo senza che nessuno rida di te.
La morte non è niente per noi. Ciò che si dissolve non ha più sensibilità, e ciò che non ha sensibilità non è niente per noi.
La realtà è che uno vive finché non muore. E la verità è che nessuno vuole la realtà.
Le persone anziane sono a volte disposte a morire come i bambini stanchi dicono buona notte e vanno a letto.
In ogni uomo che muore muore con lui,la sua prima neve, il primo bacio, la prima lotta.Non muoiono le persone, ma muoiono i mondi dentro di loro.
Ad un certo punto della vita non è la speranza l'ultima a morire, ma il morire è l'ultima speranza.
Si dice che muore giovane chi è tanto giovane e saggio.
Io ho il diritto di scegliere la mia morte per il bene degli altri.
Né visita di morto senza riso, né sposalizio senza pianto.
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