Aveva paura di avere, in punto di morte, una paura da morire.— Carlo Gragnani
Aveva paura di avere, in punto di morte, una paura da morire.
Un ideale nella vita è indispensabile. Ci vuole una fede, uno scopo. Così si dice. È un modo di alludere all'orrore che si prova davanti al puro fatto di esistere.
Il pessimista è uno che si è informato.
Sperare soltanto nelle certezze; è più sicuro.
La paura si vince non col coraggio ma con una paura più grande. Tutti gli eroi ne fanno esperienza.
Vecchiaia: stanchezza che il riposo non elimina.
La morte non bisogna né temerla né desiderarla.
La morte è pietosa, perché da essa non c'è ritorno, mentre per colui che è uscito dalle più profonde camere della notte, consapevole e stravolto, non c'è più pace.
L'ambizione è la morte del pensiero.
La morte non mi fa paura, non mi ha mai fatto paura, non vedo l'ora che arrivi, solo mi dà noia la durata del viaggio prima che io torni a vivere, perché questo è sicuro, altrimenti vuol dire che il sole, le stelle, il mare, il vino, le donne, tutto ciò non esiste, e questo non può essere.
Per me la morte non è una cosa spaventosa. Vivere è invece una maledizione.
Tutte le azioni della vita sono riparabili, eccetto l'ultimo (la morte) che nessun procedimento, neppure soprannaturale può riparare. Questo ultimo atto determina tutti gli altri e dà loro significato definitivo.
Se, come ci assicurano, è prevista la vita eterna, perché deve esserci la morte?
E se Dio avesse inventato la morte per farsi perdonare la vita?
Al destino di morte non scampa nessuno che nasce.
Se mi converto è perché è meglio che muoia un credente che un ateo.