Nulla è da temere da uomo che pensi abitualmente alla morte.— Arturo Graf
Nulla è da temere da uomo che pensi abitualmente alla morte.
C'è da confondersi in pensare quanto applauso di uomini minimi ci vuole per fare la gloria di un uomo grande.
L'uomo volgare cerca di appropriarsi i beni della vita; l'uomo nobile si propone di meritarli.
Chi non riesce a trovare in se stesso le ragioni e i modi dell'equilibrio morale, non ispiri di trovarli intorno a sé.
L'uso e la pratica della vita finiscono d'invilire gli animi naturalmente vili, e finiscono di nobilitare gli animi naturalmente nobili.
Nessun uomo che viva può pagare tutti i suoi debiti; ma quelli che non si possono pagare bisogna almeno riconoscere.
Alla stupida domanda "Perché io?" l'universo si prende a malapena il disturbo di replicare: perché no?
Soltanto quando siamo maturi per morire intravediamo come avremmo dovuto vivere.
Se la fama giunge solo dopo la morte, che essa aspetti pure!
La morte è l'assentarsi dell'eterno.
Morire non significa nulla, ma vivere sconfitti e senza gloria significa morire ogni giorno.
È la vita... ma è certo, non si muore tutte le mattine, si muore una volta sola.
Tu non sai quanto la morte li attiri. Morire è sì un destino per loro, una ripetizione, una cosa saputa, ma s'illudono che cambi qualcosa.
Ogni sera, quando vado a dormire, muoio. E la mattina dopo, quando mi sveglio, sono rinato.
La morte viene silenziosa come un alce, dai vivi ci separa con il taglio di una falce.
La morte non è un evento estremo e conclusivo, è un elemento della vita con il quale noi tutti coabitiamo.