Non ho paura della morte, ma di morire.— Indro Montanelli
Non ho paura della morte, ma di morire.
In tutti i Paesi e in tutti i tempi la fellonia, il tradimento e lo spergiuro allignano. Ma solo in un Paese privo di etica aristocratica e militare come l'Italia potevano essere codificati in una «guida» alla politica di un Principe.
Anche quando avremo messo a posto tutte le regole, ne mancherà sempre una: quella che dall'interno della sua coscienza fa obbligo a ogni cittadino di regolarsi secondo le regole.
La virtù femminile è un'invenzione dell'uomo.
Un giudice che ha venduto la propria imparzialità ai partiti è un giudice che, prima di processare gli altri, dovrebbe essere processato lui e cacciato in galera.
Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente.
Se, come ci assicurano, è prevista la vita eterna, perché deve esserci la morte?
La morte è una battaglia sempre perduta.
Tutte le nostre conoscenze ci aiutano solo a morire di una morte un po' più dolorosa di quella degli animali che nulla sanno.
Nonostante la vita sia un misto di dolore e tristezza, dobbiamo vivere aspettando la morte.
La morte è l'assentarsi dell'eterno.
Si dovrebbe, per amore della vita - volere una morte diversa, libera, consapevole, senza accidenti, senza incidenti...
Morire è una vera stronzata. Darei la vita per non morire.
Confidenza toglie reverenza. Se trascorri abbastanza tempo vicino alla morte, smetti di averne paura e inizi a odiarla.
Un analfabeta morto un'ora fa sa più cose sull'universo di tutti gli scienziati messi insieme.
I morti si nutrono di giudizi, i viventi di amore.