Quando si muore si ha ben altro da fare che di pensare alla morte.— Italo Svevo
Quando si muore si ha ben altro da fare che di pensare alla morte.
La vera schiavitù è la condanna all'astensione.
L'uomo è un animale molto più semplice del cane perché sente di più e più facilmente. Quando incontra un altro uomo gli tocca la mano e sembrerebbe quasi di non curarsi di quanto sta dietro di questa mano.
Non bastano le disgrazie a fare di un fesso una persona intelligente.
L'immagine della morte è bastevole ad occupare tutto un intelletto.
Gran parte di quello che noi diciamo coraggio è l'esperienza e l'abitudine del pericolo.
Quando verrà l'ora di morire non voglio perderne neanche un attimo: si muore una volta sola.
Rubinetti che gocciolano, scoregge di passione, pneumatici bucati sono tutte cose più tristi della morte.
Deve essere terribile essere morto e non sapere come il Comitato per gli Stanziamenti ha votato oggi o chi è il vincitore del Premio Oscar. O terribile non conoscere questi fatti perché non si è ancora nati.
Per metà degli uomini la morte arriva prima di diventare creature razionali.
C'è una fine per tutto e non è detto che sia sempre la morte.
Solo per la morte noi siamo insostituibili.
La morte pareggia tutto.
Ed è il pensiero della morte che, in fine, aiuta a vivere.
Nessuno muore mai completamente, c'è sempre qualche cosa di lui che rimane vivo dentro di noi.
La vecchiaia segue la giovinezza, e la morte la vecchiaia. Se uno non vuole morire, non vuole vivere.