Tutte le morti sono odiose per i miseri mortali.— Omero
Tutte le morti sono odiose per i miseri mortali.
È leggero il compito quando molti si dividono la fatica.
Come la generazione delle foglie, così è quella degli uomini.
Molto si miete in guerra, ma il raccolto è sempre scarsissimo.
Tu conosci l'eccessiva veemenza della gioventù, com'è rapida a prender fuoco, quanto manca di raziocinio.
Al destino di morte non scampa nessuno che nasce.
L'ambizione è la morte del pensiero.
Morire. Non fosse che per fregare l'insonnia.
La morte distrugge un uomo: l'idea della morte lo salva.
È cosa egregia imparare a morire.
Morire significa separarti non solo da quello che eri, ma anche da quello che non hai potuto diventare. Quest'ultimo aspetto della morte è il più inquietante.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
La pena di morte, così come la si applica, è una disgustosa macelleria, un oltraggio inflitto alla persona e al corpo.
Sin dal giorno della mia nascita, la mia morte ha iniziato il suo cammino. Sta camminando verso di me, senza fretta.
Spesso sono i giovani ad avere le idee necessarie affinché la società progredisca. Però i vecchi non sempre sono disposti a cedere loro il posto: in questo caso la morte è utile alla società.
La morte verrà all'improvviso avrà le tue labbra e i tuoi occhi ti coprirà di un velo bianco addormentandosi al tuo fianco.