Morte. La più implacabile delle malattie ereditarie.— Fausto Gianfranceschi
Morte. La più implacabile delle malattie ereditarie.
La vita, una lotta indomabile contro il sospetto che tutto sia vano.
La tristezza come inclinazione è un vizio. La tristezza bisogna meritarla.
La sinistra è una professione, la più promettente.
Prima regola per guadagnare: non comprare libri che insegnano a guadagnare.
Sono un perdente. Qualcuno deve pur farlo.
Non morirei mai per le mie opinioni: potrei avere torto.
Quando verrà l'ora di morire non voglio perderne neanche un attimo: si muore una volta sola.
Hai notato che solo la morte ci ridesta i sentimenti? Ma lo sai perché siamo sempre più giusti e generosi con i morti? È semplice. Verso di loro non ci sono obblighi. Se un obbligo ci fosse, sarebbe quello della memoria, e noi abbiamo la memoria corta.
La morte è l'unica bella, pura conclusione di una grande passione.
La salute non ha mai prodotto niente. L'infelicità è un dono. Io mangio solo per nutrire il dolore. La preparazione alla morte dura una vita intera.
La morte è una cosa rapida, chiara, che non ammette compromessi.
Sì, prova un po' a negare la morte. È lei che ti nega, e basta!
Si dice che muore giovane chi è tanto giovane e saggio.
Chi vive nella libertà ha un buon motivo per vivere, combattere e morire.
La morte stessa non è, per chi vi rifletta, cosa così seria come il matrimonio.