Finché c'è morte c'è speranza.
La facoltà di ingannare se stesso, questo requisito essenziale per chi voglia guidare gli altri.
Morire per qualche d'uno o per qualche cosa, va bene, è nell'ordine; occorre però sapere o, per lo meno, esser certi che qualcuno sappia per chi o per che si è morti.
E' meglio un male sperimentato che un bene ignoto.
Morfina. Questo rozzo sostituto chimico dello stoicismo antico, della rassegnazione cristiana.
L'amore. Certo, l'amore. Fuoco e fiamme per un anno, cenere per trenta.
Il segreto credo che sia non pensare la morte è la fine, ma pensarla piuttosto come un modo molto efficace di ridurre le vostre spese.
Non si può ancora morire mentre ti agiti inerte. Aggrappati all'ultima azione che ancora puoi fare: non devi fallire la morte.
Quando io crederò imparare a vivere, e io imparerò a morire.
La tradizionale versione apocalittica di una fine del mondo, con i suoi immani cataclismi che investono tutti, è anche rassicurante, perché permette di sovrastare l'angoscia della propria morte con l'immagine di una morte universale, di roghi e diluvi che bruciano e sommergono ogni cosa.
Ma morire è proprio questo - non più sapere che sei morta.
La morte verrà all'improvviso avrà le tue labbra e i tuoi occhi ti coprirà di un velo bianco addormentandosi al tuo fianco.
La vita dei morti è riposta nel ricordo dei vivi.
La morte non tace su nulla.
Quando un uomo muore, un capitolo non viene strappato dal libro, ma viene tradotto in una lingua migliore.
Certamente si deve morire, ma la morte viene associata a una "vecchiaia" vissuta come un evento molto lontano che non ci riguarda da vicino.