Molti di noi percorrono la vita in punta di piedi, così da raggiungere la morte in tutta sicurezza.
Io sono decisamente antimorte. Dio sembra essere sotto ogni profilo promorte. Non vedo come potremmo andare d'accordo sulla questione, lui e io.
La morte non è così tragica. Tra cent'anni, ciascuno di noi non ci penserà più.
Si può sopravvivere a tutto al giorno d'oggi tranne che alla morte, e si può far dimenticare ogni cosa eccetto una buona reputazione.
Quando un uomo muore, non viene strappato un capitolo dal libro, ma viene tradotto in una lingua migliore.
La morte ti viene incontro: la dovresti temere se potesse rimanere con te: ma necessariamente o non è ancora arrivata o passa oltre.
Si usano deplorare le morti premature, ma nessuno depreca quelle tardive, ben più incresciose di tutte.
La più strana di tutte le stranezze finora da me udite, m'è sembrata quella che l'uomo debba aver paura della morte, sapendo che la morte, un fine necessario e inderogabile, verrà quando verrà.
Se ci siamo noi la morte non c'è, quando noi non ci siamo più non c'è più neanche la morte.
Il mondo è un albergo, e la morte la fine del viaggio.
La morte di un uomo è meno affar suo che di chi gli sopravvive.