Perdonando troppo a chi falla, si fa ingiustizia a chi non falla.
Da natura tutti siamo avidi troppo più che non si dovria di laude, e più amano le orecchie nostre la melodia delle parole che ci laudano, che qualunque altro soavissimo canto o suono.
Più di una volta sono stato ingannato dalle persone che ho amato sopra ogni cosa. Credevo fosse giusto amare e servire una persona fra tutte, secondo il suo merito e valore, ma non di cadere nella trappola tentatrice dell'amicizia, al punto di pentirmene più tardi.
Molte volte più nelle cose piccole che nelle grandi si conoscono i coraggiosi.
Ne' giovani troppa saviezza è mal segno.
Il perdono è migliore della vendetta.
Viene un giorno che per chi ci ha perseguitato proviamo soltanto indifferenza, stanchezza della sua stupidità. Allora perdoniamo.
A tavola perdonerei chiunque. Anche i miei parenti.
Il perdono è del coraggioso, non del vigliacco.
Non perdoniamo mai coloro ai quali abbiamo fatto dei torti.
Non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà. E per questo, bisognerà che tu la perdoni.
Noi siamo tutti impastati di debolezze e di errori: perdonarci reciprocamente le nostre balordaggini è la prima legge di natura.
Possiamo perdonare a chi ci ha offeso. Difficilmente perdoneremo a chi ci ha, sia pure una sola volta, e involontariamente fatto paura.
Chiedere perdono è più difficile che perdonare, gesto che dà il conforto di sentirsi magnanimi e superiori all'altro.
Credevo che tu fossi un bruto. Avrei potuto perdonarlo un bruto!