Il desiderio è l'essenza dell'uomo.
Gli atei sogliono aspirare oltre misura agli onori e alle ricchezze, che io ho sempre disprezzato, come sanno tutti quelli che mi conoscono.
Dio agisce per le sole leggi della sua natura e non costretto da alcuno.
L'allegria è uno stato dell'animo che accresce e sostiene la forza del corpo ad agire; la tristezza al contrario, è uno stato dell'animo che ostacola e diminuisce la forza come l'ingegno.
Lo stolto è felice e infelice allo stesso modo che il saggio.
La superstizione sembra stabilire che è buono quel che procura Tristezza e, viceversa, cattivo quel che procura Gioia.
È ovvio che il sogno sia l'appagamento di un desiderio, dato che nulla, all'infuori di un desiderio, è in grado di mettere in moto il nostro apparato psichico.
Per chi ha un desiderio impellente anche l'essere solleciti sembra ritardo.
Un desiderio quand'è tale? Solo quando è appunto un desiderio. Dopo che lo raggiungi pervade e governa solo il vuoto.
I desideri naturali hanno limiti ben definiti, quelli nati da una falsa opinione non ne hanno: il falso non ha confini.
Viviamo per desiderare.
Dei desideri alcuni sono naturali e necessari, altri naturali e non necessari, altri né naturali né necessari, ma nati solo da vana opinione.
Non desiderare mai nulla di troppo.
Per sentirsi, non diremo sicuri, ma coraggiosi e tranquilli lungo le vie della vita, giova desiderar poco e sperar anche meno.
Niente il desiderio ama più di ciò che è proibito.
Si dice che il desiderio è il prodotto della volontà, ma in realtà è vero il contrario: la volontà è il prodotto del desiderio.