Gli uomini non nascono civili, lo diventano.
Il credo di ognuno va ritenuto santo o empio solo in ragione dell'obbedienza o della riottosità e non in ragione della verità o della falsità.
E' dunque il timore la causa che genera, mantiene ed alimenta la superstizione.
Io non attribuisco alla natura né bellezza né bruttezza, né ordine né confusione, giacché le cose non si possono dire belle o brutte, ordinate o confuse, se non relativamente alla nostra immaginazione.
La paura non può essere senza speranza né la speranza senza paura.
Chi se non un disperato o un folle, sarebbe disposto a separarsi alla leggera dalla ragione e a spregiare le arti e le scienze negando a quella la possibilità di raggiungere la certezza?
Il numero degli uomini che accettano la civiltà da ipocriti è infinitamente superiore a quello degli uomini veramente civili.
Esser civile, vuol dire proprio questo: dentro, neri come corvi; fuori, bianchi come colombi; in corpo fiele; in bocca miele.
La civiltà vuole che si auguri il buon giorno a uno che volentieri si manderebbe al diavolo; ed essere bene educati vuol dire appunto esser commedianti.
Ogni civiltà è diventata di quando in quando una crosta sottile su un vulcano di rivoluzione.
La gente di questi paesi è di un tatto e di una cortesia che hanno una sola spiegazione: qui una volta la civiltà era greca.
Con il progredire della civiltà l'uomo si fa sempre più debole.
Il compito principale della civiltà, la sua propria ragion d'essere, è di difenderci contro la natura.
La civiltà è un illimitato moltiplicarsi di inutili necessità.
I comodi sono la sola cosa che può darci la nostra civiltà.
Ogni civiltà ha la spazzatura che si merita.