Con il progredire della civiltà l'uomo si fa sempre più debole.
La coscienza: una rete elastica, che se s'allenta un poco, addio! scappa fuori la pazzia che cova dentro ciascuno di noi.
Ogni cosa, finché dura, porta con sé la pena della sua forma, la pena d'esser così e di non poter essere più altrimenti.
Confidarsi con qualcuno, questo si che è da pazzi.
L'umorismo non ha affatto bisogno d'un fondo etico, può averlo o non averlo: questo dipende dalla personalità, dall'indole dello scrittore.
Nel calore della passione ogni cosa par che si sollevi con chi la porta in sé. Illusioni: bolle di sapone, che possono a un tratto diventar palle di piombo.
La razza umana finirà per eccesso di civiltà.
Per prima cosa fu necessario civilizzare l'uomo in rapporto all'uomo. Ora è necessario civilizzare l'uomo in rapporto alla natura e agli animali.
La civiltà è una terribile pianta che non vegeta e non fiorisce se non è innaffiata di lacrime e di sangue.
Una civiltà tecnocratica priva dell'apporto sapienziale della religione non sarà mai in grado di produrre e sostenere quell'etica basata sul principio-responsabilità in grado di unire gli uomini tra loro, di cui il nostro tempo ha urgente bisogno.
Ogni civiltà è diventata di quando in quando una crosta sottile su un vulcano di rivoluzione.
La civiltà progredisce aumentando il numero di operazioni importanti che possiamo compiere senza pensarci.
Ogni civiltà ha la spazzatura che si merita.
Il grado di civiltà di una nazione è misurato dal suo disprezzo per le necessità dell'esistenza.
Se la civiltà non è nel cuore dell'uomo, ebbene, essa non è da nessuna parte.
Il numero degli uomini che accettano la civiltà da ipocriti è infinitamente superiore a quello degli uomini veramente civili.