Con il progredire della civiltà l'uomo si fa sempre più debole.
Ogni fantasma, ogni creatura d'arte, per essere, deve avere il suo dramma, cioè un dramma di cui esso sia personaggio e per cui è personaggio. Il dramma è la ragion d'essere del personaggio; è la sua funzione vitale: necessaria per esistere.
La vita, qua, schiaccia il piede a uno; cava là un occhio a un altro... Gamba di legno, occhio di vetro, e avanti! Ciascuno si racconcia la maschera come può la maschera esteriore. Perché dentro poi c'è l'altra, che spesso non s'accorda con quella di fuori. E niente è vero!
Quando i molti governano, pensano solo a contentar sé stessi, e si ha allora la tirannia più balorda e più odiosa: la tirannia mascherata da libertà.
Ogni cosa, finché dura, porta con sé la pena della sua forma, la pena d'esser così e di non poter essere più altrimenti.
L'umorismo è un fenomeno di sdoppiamento nell'atto della concezione; è come un'erma bifronte, che ride per una faccia del pianto della faccia opposta.
Nell'uomo civile moderno convivono un bimbo, un selvaggio e una bestia.
Scopo della civiltà, non è il progresso della scienza e delle macchine, ma dell'uomo.
Ogni civiltà è diventata di quando in quando una crosta sottile su un vulcano di rivoluzione.
La nostra civiltà è un tempio di ciò che non sorvegliato sarebbe chiamato follia, ma è anche il luogo dov'è tenuto sotto sorveglianza.
Il compito principale della civiltà, la sua propria ragion d'essere, è di difenderci contro la natura.
Accettare la civiltà quale essa è significa praticamente accettare la decadenza.
Il numero degli uomini che accettano la civiltà da ipocriti è infinitamente superiore a quello degli uomini veramente civili.
Se la civiltà non è nel cuore dell'uomo, ebbene, essa non è da nessuna parte.
La civiltà è un illimitato moltiplicarsi di inutili necessità.
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