Con il progredire della civiltà l'uomo si fa sempre più debole.
Ormai noi tutti ci siamo a poco a poco adattati alla nuova concezione dell'infinita nostra piccolezza, a considerarci anzi men che niente nell'Universo.
La coscienza: una rete elastica, che se s'allenta un poco, addio! scappa fuori la pazzia che cova dentro ciascuno di noi.
Nulla atterrisce più di uno specchio una coscienza non tranquilla.
E non vuoi capire che la tua coscienza significa appunto 'gli altri dentro di te'.
Studiare, predicare: parole. La sostanza è il boccone che si mangia.
La civiltà vuole che si auguri il buon giorno a uno che volentieri si manderebbe al diavolo; ed essere bene educati vuol dire appunto esser commedianti.
La civiltà è una malattia che è quasi sempre fatale.
Nell'uomo civile moderno convivono un bimbo, un selvaggio e una bestia.
La civiltà è un illimitato moltiplicarsi di inutili necessità.
Se la civiltà non è nel cuore dell'uomo, ebbene, essa non è da nessuna parte.
Ogni civiltà ha la spazzatura che si merita.
Per prima cosa fu necessario civilizzare l'uomo in rapporto all'uomo. Ora è necessario civilizzare l'uomo in rapporto alla natura e agli animali.
La civiltà di una nazione dovrebbe essere misurata in base alla deferenza verso il sesso debole.
Il grado di civiltà di una nazione è misurato dal suo disprezzo per le necessità dell'esistenza.