Essere italiani è un lavoro a tempo pieno.— Beppe Severgnini
Essere italiani è un lavoro a tempo pieno.
Tutti sappiamo fare qualcosa, nessuno sa fare tutto. L'importante è capire cosa potremmo fare meglio e, anche per questo, faremmo volentieri.
Chi scrive chiaro, sa scrivere La semplicità - non solo nella lingua - è fatica invisibile, ma porta vantaggi evidenti. Quello che scrivete, e come lo scrivete, può cambiare la vostra vita.
La precisione non è solo una sana consuetudine lavorativa; è anche un atteggiamento verso le persone e le cose.
Nessun popolo al mondo si lascia imbrogliare con la classe degli italiani. Non siamo ingenui, tutt'altro. Siamo dei signori che, nell'esser vittime di piccoli inganni, vedono la prova della propria nobiltà.
Di solito il motivo per cui chi scrive non dice qualcosa è questo: non sa cosa dire.
In Italia nulla è stabile, fuorché il provvisorio.
Queste due malattie italiane: l'avvocato e il professore.
Italia poverella, Italia mia, che ti par di questi almi allievi tuoi che t'han cacciato un porro dietro via?
Di radicale in Italia c'è solo il conformismo.
L'Italia conta oltre cinquanta milioni di attori. I peggiori stanno sul palcoscenico.
In Italia il Governo non comanda. In generale in Italia nessuno comanda, ma tutti si impongono.
L'Italia è un paese: sta all'America, alla Russia, alla Cina, come Enna sta a Roma.
L'Italia legale, dall'industria all'università, dalla cultura alla politica, era un immenso bacino geografico di ladrocinii. Si falsificava la vita in tutta omertà per meglio depredarla, asservirla, depistarla.
Ho capito vivendo a Londra, che due inglesi fanno un popolo, ma 57 milioni di italiani no.
L'Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo.