L'ultima cosa che si scopre scrivendo un libro è come cominciare.
Niente è più conforme alla ragione che questa sconfessione della ragione stessa.
Tutte le nostre miserie derivano per lo più dal fatto che non siamo capaci di restare seduti tranquillamente soli in una stanza.
Quello di cui sia capace la virtù di un uomo va misurato non dai suoi sforzi, ma dalla sua condotta ordinata.
Il passato e il presente sono i nostri mezzi; solo il futuro è il nostro fine.
Bisogna che la ragione si appoggi alle conoscenze del cuore e dell'istinto... È il cuore che sente Dio, non la ragione. Ecco cos'è la fede: Dio sensibile al cuore, non alla ragione.
Si possono leggere libri scritti da persone la cui compagnia non ci riuscirebbe gradevole, e dunque un'elevata cultura spirituale ci induce a poco a poco a trovare il nostro godimento quasi esclusivamente nella lettura dei libri e non nella conversazione con le persone.
Se vogliamo moltiplicarci, non dobbiamo agire, fuggire, viaggiare in India o a Tahiti, ma scegliere un libro nuovo nella frusciante foresta di pagine che avvolge i muri della nostra stanza.
È nella ricerca delle risposte che nascono i libri.
L'amore dei libri è fonte, per sé solo, di mille piaceri vivissimi, piaceri della vista, del tatto, dell'odorato. Certi libri, si gode a palparli, a lisciarli, a sfogliarli, a fiutarli.
Ci sono libri e giornali che fanno gli uomini pensatori in camera e sciocchi nel mondo.
Non c'è nessun amico più leale di un libro.
Se vuoi che qualcuno legga un libro, digli che è sopravvalutato.
I libri sono cose già pensate, già fatte, già dette, che tu devi elaborare, fare tue. Il tuo interlocutore di carta è sempre gentile, paziente, non ti lascia mai a metà strada. È una persona che ti chiede di ascoltarlo, con il quale puoi fare dei viaggi meravigliosi.
Ammiro il libro che mi obbliga a leggerlo.
I libri potenti si ricordano come se fossero d'una pagina sola.