Solo la virtù concede un buon Karma e la più grande virtù è la compassione.
L'estinzione è la suprema felicità.
Se in battaglia un uomo ne vincesse mille, e un altro vincesse se stesso, il vero vincitore sarebbe il secondo.
Anche la morte non deve essere temuta da colui che ha vissuto saggiamente.
Tutti noi possiamo piombare nel baratro della follia da un momento all'altro... Proprio per questo, non dobbiamo mai giudicare la pazzia degli altri...
Tra chi vince in battaglia mille volte mille nemici e chi soltanto vince sé stesso, costui è il migliore dei vincitori di ogni battaglia.
La compassione è chiamata virtù solo dai décadents.
Non è cosa tanto nemica della compassione quanto il vedere uno sventurato che non è stato in niente migliorato, né ha punto appreso dalle lezioni della sventura, maestra somma della vita.
Solo chi è molto infelice ha il diritto di compatire un altro.
Meglio essere invidiato che essere oggetto di compassione.
Non si può avere compatimento per gli altri, quando abbiamo troppo da soffrire per noi stessi.
Nella dorata guaina della compassione si nasconde talvolta il pugnale dell'invidia.
È disperante frequentare persone per cui si prova disprezzo: essere obbligati, per pura cortesia, ad ammirare cose la cui insignificanza fa compassione.
La vista continua di persone sofferenti fa diminuire continuamente la compassione. Invece, si diventa tanto più sensibili al dolore degli altri quanto più si è capaci di partecipare alla loro gioia.
Se tutte le elemosine venissero date solo per compassione, i mendicanti sarebbero tutti quanti morti di fame.