Solo chi è molto infelice ha il diritto di compatire un altro.— Ludwig Wittgenstein
Solo chi è molto infelice ha il diritto di compatire un altro.
Le nostre più grosse stupidaggini possono essere molto sagge.
Su ciò di cui non si può parlare è bene tacere.
D'una risposta che non si può formulare non può formularsi neppure la domanda.
L'umorismo non è una disposizione dell'animo, ma una visione del mondo.
I limiti del mio linguaggio costituiscono i limiti del mio mondo.
La vista continua di persone sofferenti fa diminuire continuamente la compassione. Invece, si diventa tanto più sensibili al dolore degli altri quanto più si è capaci di partecipare alla loro gioia.
È disperante frequentare persone per cui si prova disprezzo: essere obbligati, per pura cortesia, ad ammirare cose la cui insignificanza fa compassione.
Non si può avere compatimento per gli altri, quando abbiamo troppo da soffrire per noi stessi.
Nella dorata guaina della compassione si nasconde talvolta il pugnale dell'invidia.
Non è cosa tanto nemica della compassione quanto il vedere uno sventurato che non è stato in niente migliorato, né ha punto appreso dalle lezioni della sventura, maestra somma della vita.
Meglio essere invidiato che essere oggetto di compassione.
Solo la virtù concede un buon Karma e la più grande virtù è la compassione.
La compassione è chiamata virtù solo dai décadents.
Se tutte le elemosine venissero date solo per compassione, i mendicanti sarebbero tutti quanti morti di fame.