Che è l'onestà se non la paura della prigione?— Carlo Dossi
Che è l'onestà se non la paura della prigione?
Le donne sono tante serrature in cerca di una chiave.
Tutti fuggono, perfino gli amici, da chi è colpito da una malattia contagiosa. Va dunque posta, fra le contagiose, anche la bolletta.
La virtù è come la cimice. Perché esali il suo odore bisogna schiacciarla.
Regola di onestà - essere buoni tanto da non imbrogliare alcuno, non però tanto buoni da essere da alcuno imbrogliato - Non imbrogliare alcuno né essere imbrogliato.
Gli Umoristi dicono cose savie vestite di pazzia, e pazzie vestite di saviezza.
Se le speranze sono delle credulone, le paure sono delle bugiarde.
La paura non ha mai portato nessuno alla vetta.
Abituati alla paura, e sarai sempre all'erta, come un cervo che attraversa la radura.
La paura è necessaria, diffido sempre di chi afferma di non aver paura, si tratta di idioti o incoscienti. La paura ci mostra le nostre oscure prigioni. E' poi il coraggio a portare la luce.
La paura si impadronisce degli uomini perché essi vedono accadere sulla terra molte cose delle quali non riescono a cogliere la causa e quindi la attribuiscono a una divinità.
La mia paura è il mio solo coraggio.
È il timore incessante della paura, la paura della paura che modella il viso dell'uomo coraggioso.
La paura è uno strano terreno. Vi cresce soprattutto il grano dell'obbedienza, in file facili da sarchiare. Ma talvolta vi crescono le patate della sfida, che si sviluppano sottoterra.
Forse l'errore stava tutto lì. Era l'errore che tutti gli uomini fanno da sempre. Cercare di mostrarsi forti e sprezzanti e vincitori quando forse basta avere il coraggio di chinare la testa e dire: ho paura.
Non possiamo essere coraggiosi senza aver paura.