L'invidia somiglia molto all'amore: essere invidiato è quasi essere amato.
A un uomo si chiede amicizia per ottenere un po' di meno; a una donna, per ottenere un po' di più.
Un parente povero è sempre un parente lontano.
La modestia sincera è un suicidio, si è sempre creduti sulla parola.
L'invidia del cretino per l'uomo brillante trova sempre qualche consolazione nell'idea che l'uomo brillante farà una brutta fine.
Anche in uno stato oppresso c'è la possibilità per un uomo saggio di manifestarsi, e in uno fiorente e felice regnano la sfrontatezza l'invidia e mille altri vizi che rendono inerti.
L'emulazione genera positività, l'invidia negatività.
L'invidia è una buona stoffa per confezionare una spia.
L'invidia è quel sentimento che nasce nell'istante in cui ci si assume la consapevolezza di essere dei falliti.
Dall'invidia all'ammirazione c'è un passo: l'onestà.
L'invidia è il sintomo della mancanza di apprezzamento del proprio valore di unicità e di autostima. Ognuno di noi ha qualcosa da dare che nessun altro ha.
Tre sono gli istinti primordiali: l'angoscia, l'invidia e il senso di immortalità.
L'invidia si volge alle cose vicine, mentre quelle lontane sono guardate con animo schietto e sincero. La vita del saggio, dunque, spazia per ogni dove, è senza tempo, non è limitata, come quella degli altri mortali.
Il potere piace proprio perché suscita invidia.
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