L'invidioso è destinato a non godere mai.
La maggior forza dell'uomo a tutte le età è che egli si dia un futuro.
Nessuna gioia è più grande del sentire la propria mente che si espande.
Occorre far incontrare bambini e ragazzi con l'eccezione, ché a fargli incontrare la normalità ci pensa la vita.
La differenza tra l'uomo della strada e lo scienziato è dunque questa, che se l'uno riprova lo fa per una immediata necessità, curiosità accidentale, diletto, mentre l'altro lo fa di mestiere.
La persona veramente invidiosa è insaziabile, non potrà mai essere soddisfatta, poiché la sua invidia scaturisce da dentro e pertanto trova sempre un oggetto su cui focalizzarsi.
Se a ciascun l'interno affanno Si leggesse in fronte scritto Quanti mai, che invidia fanno Ci farebbero pietà!
Una delle conseguenze dell'invidia eccessiva sembra essere il precoce instaurarsi del senso di colpa.
L'invidia è il più stupido dei vizi, perché non esiste un solo vantaggio che si guadagni da esso.
L'invidia è una pandemia.
L'invidia è una buona stoffa per confezionare una spia.
Il ferro è consumato dalla ruggine, l'invidioso dal suo vizio.
Quando non si hanno più capelli, si trovano ridicoli i capelli lunghi.
L'invidia si volge alle cose vicine, mentre quelle lontane sono guardate con animo schietto e sincero. La vita del saggio, dunque, spazia per ogni dove, è senza tempo, non è limitata, come quella degli altri mortali.
A differenza della lussuria, della superbia, della gola, l'invidia è forse l'unico vizio che non dà piacere.