I peccati esigono calorie, la gola gliele fornisce.— Cesare Marchi
I peccati esigono calorie, la gola gliele fornisce.
Mai disperarsi, perché la disperazione anticipa la morte.
Le famiglie delle parole assomigliano a quelle degli uomini. Alcune hanno origini illustri, altre hanno perduto il capostipite nella nebbia dei tempi, e c'è sempre la pecora nera che si guasta con le cattive compagnie.
Una lingua che non si evolve e rifiuta ogni apporto esterno, è una lingua morta. Ma se si evolve e cambia troppo rapidamente, accettando dall'estero tutto, brillanti e spazzatura, rischia di perdere la sua individualità, e di morire per altra via.
L'accidia è pigrizia, negligenza nel fare il bene, nel compiere i propri doveri verso se stessi e verso la collettività.
La superbia scava abissi di odio tra i sottomessi e i soprastanti, continuamente pungolati, quest'ultimi, dall'insana smania di eccellere.
Cristo è morto per i nostri peccati. Abbiamo il coraggio di rendere inutile il suo martirio non commettendone?
Ci sono peccati che si confessano con la stessa voluttà con cui si commettono.
I peccatori di talento sono più vicini ad emendarsi che gli stolti.
I nostri peccati sono fabbricati in cielo per creare il nostro inferno, di cui evidentemente abbiamo bisogno.
Il piacere è peccato, e qualche volta il peccato è un piacere.
Dio ha fatto l'uomo e il peccato l'ha contraffatto.
I peccati della carne non sono nulla. Sono malattie che i medici curano, se proprio devono essere curate. Solo i peccati dell'anima sono vergognosi.
Una testa perversa può risarcire la donna di tutti i peccati che dieci corpi sani non hanno commesso su di lei.
Il "mondo del peccato" nella nostra vita pubblica si identifica in una grigia, desolante litania di fondi neri, aste truccate, tasse evase, favori illeciti, interessi privati in atti d'ufficio, radiospie, servizi segreti: sempre soldi o potere, che malinconia.
Peccato, diceva un italiano, che non sia un peccato bere l'acqua. Come sembrerebbe buona!