I peccati esigono calorie, la gola gliele fornisce.
L'ira, furor brevis come la chiamò Orazio, fomenta risse allo stadio, tumulti di disoccupati davanti alla prefettura e parolacce in parlamento.
L'unità d'Italia, sognata dai padri del risorgimento, oggi si chiama pastasciutta; per essa non si è versato sangue, ma molta pummarola.
L'italiano è per il divorzio, l'aborto, la pillola, la fecondazione artificiale, ma spende un milione per il vestito della figlia che va alla prima comunione.
Mai disperarsi, perché la disperazione anticipa la morte.
Più ancora che alle istorie, conviene esortare gl'italiani al dizionario, scrigno discreto che racchiude, dall'A alla Z, la nostra sterminata ignoranza.
Ogni volta che riscattiamo un peccato distruggiamo un po' del male che possediamo.
Il piacere è peccato, e qualche volta il peccato è un piacere.
L'inizio della salvezza è la conoscenza del peccato.
È un peccato il non fare niente col pretesto che non possiamo fare tutto.
Il peccato: inventato dagli uomini per meritare la pena di vivere, per non essere castigati senza perché.
È meglio commettere un peccato con fervore che una buona azione senza entusiasmo.
Non vi è nulla di più interessante che raccontare i propri peccati ad un uomo onesto o a una donna buona. Ciò è intellettualmente affascinante. Una delle grandi gioie che ci procura un passato immorale è quella di avere tante cose da narrare ai buoni.
Peccato, diceva un italiano, che non sia un peccato bere l'acqua. Come sembrerebbe buona!
Il peccato originale è la fede.
Dio ha fatto l'uomo e il peccato l'ha contraffatto.