Se possiedi le parole, possiedi le cose.— Cesare Marchi
Se possiedi le parole, possiedi le cose.
La gola, è stato scritto, ha un'altra peculiarità: è il solo vizio che aumenta con l'età, mentre tutti gli altri tendono a diminuire.
Una lingua che non si evolve e rifiuta ogni apporto esterno, è una lingua morta. Ma se si evolve e cambia troppo rapidamente, accettando dall'estero tutto, brillanti e spazzatura, rischia di perdere la sua individualità, e di morire per altra via.
Assieme alla lussuria, la gola è il vizio più confessabile. Nessuno si vanterà pubblicamente di essere invidioso, avaro, tracotante, iracondo, negligente. Ma nessuno si vergognerà di dire che va matto per le profiteroles.
Mai disperarsi, perché la disperazione anticipa la morte.
A chi l'usa senza conoscerne l'origine, una parola può scoppiare in mano, come una rivoltella maneggiata da un bambino.
Ci sono uomini che usano le parole all'unico scopo di nascondere i loro pensieri.
Le buone parole valgono molto e costano poco.
La parola abbaglia e inganna perché è mimata dal viso, perché la si vede uscire dalle labbra, e le labbra piacciono e gli occhi seducono. Ma le parole nere sulla carta bianca sono l'anima messa a nudo.
Per una oscura legge psicologica, parole e azioni che, prese da sole, sono serie, diventano comiche appena si copiano.
La parola è lo specchio dell'anima, appena un uomo parla, rivela ciò che è.
La parola di un uomo è il più duraturo dei materiali.
Le parole formano il filo col quale leghiamo le nostre esperienze.
Le parole non sono mai pazze... è la sintassi che è pazza.
Dove le parole finiscono, inizia la musica.
La parola è un bel dono; ma non rende la ricchezza del nostro interno; è un riflesso smorto e tiepidissimo del sentimento, e sta alla sensazione come un sole dipinto al sole della natura.