Date una compagnia al solitario e parlerà più di chiunque.— Cesare Pavese
Date una compagnia al solitario e parlerà più di chiunque.
Leggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi- questa morte che ci accompagna dal mattino alla sera, insonne, sorda, come un vecchio rimorso o un vizio assurdo. I tuoi occhi saranno una vana parola, un grido taciuto, un silenzio.
Nessuna donna si sposa per denaro; sono tutte tanto astute, prima di sposare un miliardario, da innamorarsene.
Inutile piangere. Si nasce e si muore da soli.
Chi non è geloso anche delle mutandine della sua bella, non è innamorato.
Sulla vetta c'è posto solo per un uomo. Quanto più perfetto, più completo; e quanto più sarà completo, meno necessiterà dell'altro.
In ogni specie sono i solitari a tentare esperienze nuove.
Tutti noi siamo condannati a un solitario confino all'interno della nostra pelle, a vita.
Il grande problema da risolvere "praticamente": si può essere felice e solitario?
Le osservazioni e gli incontri dell'uomo taciturno e solitario sono insieme più vaghi e penetranti di quelli dell'uomo socievole, i suoi pensieri più gravi e bizzarri, mai senza un'ombra di mestizia.
Quanto più in alto uno è nella serie gerarchica della natura, tanto più è solitario, essenzialmente e irrimediabilmente.
Chi non è in grado di entrare nella comunità o per la sua autosufficienza non ne sente il bisogno, non è parte dello Stato, e di conseguenza è o bestia o dio.