Nelle parole c'è qualcosa d'impudico.— Cesare Pavese
Nelle parole c'è qualcosa d'impudico.
Per vivere bisogna aver forza e capire, scegliere.
Una donna che non sia una stupida, presto o tardi, incontra un rottame umano e si prova a salvarlo. Qualche volta ci riesce. Ma una donna che non sia una stupida, presto o tardi trova un uomo sano e lo riduce a rottame. Ci riesce sempre.
Ogni pensiero è veramente pensato all'istante, il verso fatto della baldanza e diversità della mente in azione, che si vede nell'atto di pensarlo, ed esprime questa sua coscienza. Walt Whitman canta la gioia di scoprire pensieri.
Cara donna, vuoi che mettiamo il letto in negozio? Sono Pablo, e lavoro a giornata.
In amore conta soltanto aver la donna in letto e in casa: tutto il resto sono balle, luride balle.
Parole. Così innocenti e lievi quando stanno in un dizionario, quanto potenti nel bene e nel male si trasformano nelle mani di chi sa combinarle.
Le parole volano gli scritti anche.
Le famiglie delle parole assomigliano a quelle degli uomini. Alcune hanno origini illustri, altre hanno perduto il capostipite nella nebbia dei tempi, e c'è sempre la pecora nera che si guasta con le cattive compagnie.
Le parole più belle del mondo non sono "Ti amo" ma "È benigno!".
Le due parole più brevi e più antiche, sì e no, sono quelle che richiedono maggior riflessione.
Giova la parola a nascondere il pensiero, ma anche troppo spesso a nasconderne la mancanza.
Credo fermamente che la parola sia non soltanto il mezzo di espressione, ma una parte del pensiero stesso. La parola è il più puro mezzo dell'arte.
Per una oscura legge psicologica, parole e azioni che, prese da sole, sono serie, diventano comiche appena si copiano.
La parola è lo specchio dell'anima, appena un uomo parla, rivela ciò che è.
Le parole sono gli spiccioli del silenzio.