Quale mondo giaccia al di là di questo mare non so, ma ogni mare ha un'altra riva, e arriverò.— Cesare Pavese
Quale mondo giaccia al di là di questo mare non so, ma ogni mare ha un'altra riva, e arriverò.
Aspettare è ancora un'occupazione. È non aspettare niente che è terribile.
Sorridere è vivere come un'onda o una foglia, accettando la sorte. È morire a una forma e rinascere a un'altra. È accettare, accettare, se stesse e il destino.
Sono un popolo nemico, le donne, come il popolo tedesco.
Siccome Dio poteva creare una libertà che non consentisse il male ne viene che il male l'ha voluto lui. Ma il male lo offende. È quindi un banale caso di masochismo.
A che serve passare dei giorni se non si ricordano?
Di una cosa sono convinto: un libro dev'essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi.
Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto e infinito.
Degna di fiducia è la terra, infido il mare.
Una buona cura per il mal di mare è stare seduti sotto un albero.
Come il mare che resta sempre immobile per quanto agitata ne sia la superficie, l'espressione delle figure greche, per quanto agitate da passioni, mostra sempre un'anima grande e posata.
Il mare non parlava per frasi ma per versi.
Il mare è un amico dalle mille facce, mai monotono, mai ripetitivo, mai uguale.
Acqua, energia e cibo. Devi fare l'economia. In mare non puoi portare l'opulenza di tutti i giorni.
Spesso alzo la testa e guardo mio fratello, l'Oceano, con amicizia: esso raggiunge l'infinito, ma so che anche lui cozza dappertutto contro i propri limiti; ed ecco il perché, senza dubbio, di questo tu-multo, di questo fracasso.