Insegna più una sola creatura che cento.— Cesare Pavese
Insegna più una sola creatura che cento.
Tu sarai amato il giorno in cui potrai mostrare la tua debolezza senza che l'altro se ne serva per affermare la sua forza.
Immortale è chi accetta l'istante. Chi non conosce più un domani.
Segno certo d'amore è desiderare di conoscere, rivivere l'infanzia dell'altro.
Gli uomini sono tutti d'accordo per frequentare le prostitute, e lì si sfogano e non dànno più noia alle altre. Dunque le rispettino.
Il gesto - il gesto - non dev'essere una vendetta. Dev'essere una calma e stanca rinuncia, una chiusa di conti, un fatto privato e ritmico. L'ultima battuta.
Non si può insegnare a più d'uno. Non s'impara qualcosa dagli altri che nelle conversazioni a due, dove colui che insegna si adatta alla natura dell'altro, rispiega, esemplifica, domanda, discute e non detta il suo verbo dall'alto.
Chi insegna che non la ragione, ma l'amore sentimentale deve governare, apre la strada a coloro che governano con l'odio.
Colpisci uno per insegnare a cento.
C'è un duplice vantaggio nell'insegnare, perché, mentre si insegna, si impara.
In definitiva, ha qualcosa da insegnare solo chi non vuole insegnare.
Chi può, fa. Chi non può, insegna.
Nel mondo quelli che sono disposti a impartire un insegnamento sono molti; quelli che lo ricevono con piacere, invece, pochi; ancora meno, poi, quelli che adottano l'insegnamento ricevuto.
L'arte di insegnare consiste tutta e soltanto nell'arte di destare la naturale curiosità delle giovani menti, con l'intento di soddisfarla in seguito. Per digerire il sapere, bisogna averlo divorato con appetito.
Tutti coloro che sono incapaci di imparare si sono messi ad insegnare.