Ogni guerra è una guerra civile: ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione.— Cesare Pavese
Ogni guerra è una guerra civile: ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione.
Le cose si scoprono attraverso i ricordi che se ne hanno. Ricordare una cosa significa vederla ora soltanto per la prima volta.
La forza dell'indifferenza! È quella che ha permesso alle pietre di durare immutate per milioni di anni.
Non fidarti delle donne quando ammettono il male.
Ogni pensiero è veramente pensato all'istante, il verso fatto della baldanza e diversità della mente in azione, che si vede nell'atto di pensarlo, ed esprime questa sua coscienza. Walt Whitman canta la gioia di scoprire pensieri.
Non sai che quello che ti tocca una volta si ripete? Che come si è reagito una volta, si reagisce sempre? Non è mica per caso che ti metti nei guai. Poi ci ricaschi. Si chiama il destino.
La guerra non è che un duello su vasta scala.
Mai pensare che la guerra, anche se giustificata, non sia un crimine.
Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre.
Solo i morti hanno visto la fine della guerra.
L'inizio di ogni guerra è come aprire la porta su una stanza buia. Non si sa mai che cosa possa esserci nascosto nel buio.
Spesso dalle più sanguinose guerre civili esce un sano e forte corpo di nazione, mentre da una pace mantenuta artificialmente nasce la putrefazione. Non si cambiano con guanti di pelle fina i destini dei popoli.
In guerra come in amore per venire a termine bisogna avvicinarsi.
Nelle assemblee va bene la lingua, ma in guerra valgono di più le mani.
Nei tempi antichi è stato scritto che è dolce e opportuno morire per la propria patria. Ma nella guerra moderna non c'è niente di dolce o di opportuno nella morte. Si muore come cani senza un valido motivo.
Le guerre cominciano perché i diplomatici raccontano bugie ai giornalisti e poi credono a quello che leggono.