Sono un popolo nemico, le donne, come il popolo tedesco.— Cesare Pavese
Sono un popolo nemico, le donne, come il popolo tedesco.
Quell'estasi che dicono il vedere, il sognare quando chiavi, non è nulla di più che il piacere di addentare una nespola o un grappolo d'uva. Se ne può fare a meno.
Non c'è vendetta più bella di quella che gli altri infliggono al tuo nemico. Ha persino il pregio di lasciarti la parte del generoso.
La letteratura è una difesa contro le offese della vita.
Si resiste a star soli finché qualcuno soffre di non averci con sé, mentre la vera solitudine è una cella intollerabile.
Non c'è niente che sappia di morte più del sole in estate della gran luce, della natura esuberante. Tu fiuti l'aria e senti il bosco e ti accorgi che piante e bestie se ne infischiano di te. Tutto vive e si macera in se stesso. La natura è la morte.
Nelle religioni di tutti i paesi, nelle tradizioni di tutti i popoli la prima notizia che si ha della donna accenna ad una seduzione. Le tradizioni bibliche sono in ciò piene di molta sapienza. La prima donna si fa sedurre, la prima volta, dal più vile degli animali, da un rettile.
Quando le donne parlano ridendo è come un uomo che vi prende da parte per darvi un consiglio.
È molto difficile tenere una corrispondenza regolare con qualcuno che non sia una donna.
La donna è un prodotto dell'uomo. Dio ha creato la femmina, e l'uomo ha fatto la donna; essa è il risultato della civiltà, un'opera artificiosa.
L'arma migliore per combattere una donna è il cappello: bisogna prenderlo e scappare.
Donne: diavoli senza i quali la vita sarebbe un inferno.
Ciò che una donna vede in un uomo era al di là della comprensione di qualsiasi maschio mediamente intelligente. Era così e basta. Una donna intelligente può trasformarsi in una stupida davanti a un particolare uomo.
Meglio una donna bassa con il sedere alto che una alta con il sedere basso.
Perché le donne sono tanto più interessanti per gli uomini, che gli uomini per le donne?
Da dove venivano le donne? Ce n'era una scorta infinita. Ciascuna di esse era diversa, unica. Avevano la passera diversa, i seni diversi, la bocca diversa, ma nessun uomo poteva godersele tutte, ce n'erano troppe, con le gambe accavallate, a far impazzire gli uomini. Che pacchia!