Fra le armi tacciono le leggi.— Marco Tullio Cicerone
Fra le armi tacciono le leggi.
In primo luogo il cedere alle circostanze, cioè l'ubbidire alla necessità, è sempre un connotato del saggio.
Il bene pubblico è la legge suprema.
Noi tutti siamo motivati da un acuto desiderio di apprezzamento, e migliore è un uomo, più è ispirato alla gloria.
C'è da stupirsi che un aruspice non rida incontrandone un altro.
La gratitudine non è soltanto la principale virtù, ma anche la madre di tutte le altre.
Finché la guerra sarà considerata una cosa malvagia, conserverà il suo fascino; quando sarà considerata volgare, cesserà di essere popolare.
Uccidere in guerra non è affatto meglio che commettere un banale assassinio.
Quando scoppia una guerra, la gente dice: "Non durerà, è cosa troppo stupida". E non vi è dubbio che una guerra sia davvero troppo stupida, ma questo non le impedisce di durare.
Molto si miete in guerra, ma il raccolto è sempre scarsissimo.
La guerra, questa giustificazione della stupidità umana.
Tutto è sempre possibile, anche la guerra, che ci sembra impensabile e che la nostra cultura si illudeva di aver superato e aveva invece soltanto rimosso.
Non esaltiamo la guerra per la guerra, come non esaltiamo la pace per la pace.
La guerra è un castigo tanto per chi la infligge quanto per colui che la patisce.
Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre.
Nella pace nulla di meglio per diventare un uomo che la tranquillità e l'umiltà, ma se tu senti il soffio della guerra allora imita la tigre, indurisci i tuoi muscoli, eccita il tuo sangue, nascondi la tua lealtà sotto la fredda rabbia e infine dà al tuo sguardo l'orribile splendore.