Si sta in una guerra anche per vergogna di rimanerne fuori.— Erri De Luca
Si sta in una guerra anche per vergogna di rimanerne fuori.
La libertà uno se la deve guadagnare e difendere. La felicità no, quella è un regalo.
La libertà chiede una disciplina adatta allo sbaraglio.
Non mi fare viaggiare, non mi spostare, sono salita qua sopra per togliermi.
A valle, nelle città, le parole sono aria viziata, escono dalla bocca straparlate, non portano conseguenze. ce le teniamo in bocca, costano energia e calore, usiamo le necessarie, e quello che diciamo poi facciamo. Quassù le parole stanno in pari con i fatti, fanno coppia.
Per accogliere una rivelazione, grande o piccola che sia, basta a volte essere docili, termine che indicava in origine la disponibilità a farsi istruire.
Spesso dalle più sanguinose guerre civili esce un sano e forte corpo di nazione, mentre da una pace mantenuta artificialmente nasce la putrefazione. Non si cambiano con guanti di pelle fina i destini dei popoli.
Dobbiamo stare attenti a non attribuire a questo trasferimento gli attributi di una vittoria. Le guerre non si vincono con le evacuazioni.
La guerra è la sintesi culminante e perfetta del progresso.
Il vero guaio della guerra moderna è che non da a nessuno l'opportunità di uccidere la gente giusta.
Una guerra non termina con la pace, ma con la guerra successiva.
La guerra va incontro a tutte le esigenze, anche a quelle pacifiche.
Tutto è sempre possibile, anche la guerra, che ci sembra impensabile e che la nostra cultura si illudeva di aver superato e aveva invece soltanto rimosso.
Molto si miete in guerra, ma il raccolto è sempre scarsissimo.
La prossima guerra mondiale sarà combattuta con le pietre.
La carestia, la peste e la guerra sono i tre più famosi ingredienti di questo basso mondo... Ma la guerra, che riunisce tutti questi doni, ci viene dall'inventiva di tre o quattrocento persone sparse sulla superficie del globo sotto il nome di principi o di governanti.