Siamo schiavi della legge, per poter essere liberi.— Marco Tullio Cicerone
Siamo schiavi della legge, per poter essere liberi.
Finché respiro, spero.
Fa uso della passione solo chi non sa usare la ragione.
Non con le forze, non con la prestezza e l'agilità del corpo si fanno le grandi cose, ma col senno, con l'autorità, col pensiero.
Nulla che sia del tutto nuovo è perfetto.
Abbiamo bisogno dell'amicizia sempre, proprio come abbiamo bisogno dei proverbiali fondamenti della vita, il fuoco e l'acqua.
Il termine "legge", preso in senso assoluto, indica quel principio in base a cui ciascun individuo, o tutti gli appartenenti ad una stessa specie o alcuni di essi, agiscono secondo una norma unica, fissa e determinata.
Per i cittadini le leggi si applicano, per gli amici si interpretano, per alcuni si eludono.
La legge deve esprimere l'aspirazione generale, promuovere l'utile di tutti, rispondere a un battito del cuore della Nazione. La Nazione intera deve esser dunque, direttamente o indirettamente, legislatrice.
L'orrore della legge fa la maestà del giudice.
Essere completamente liberi e, allo stesso tempo, completamente dominati dalla legge è l'eterno paradosso della vita umana.
La legge dell'uomo è la legge del linguaggio.
Non v'è cosa più pericolosa di quell'assioma comune che bisogna consultare lo spirito della legge. Questo è un argine rotto al torrente delle opinioni.
La legge, nella sua solenne equità, proibisce così al ricco come al povero di dormire sotto i ponti, di elemosinare nelle strade e di rubare pane.
Bisogna essere onesti per vivere fuori dalla legge.
Le leggi ottime sono le poche e brevi che s'accordano al costume del popolo e al bene comune. Le leggi tiranniche sono molti lacciuoli che ad uno o a pochi sono utili, e non s'accordano col costume pubblico, purché crescano gli pochi autori di esse.