Non si nasce per esistere, ma per aver vissuto.
La correttezza della lingua è la premessa della chiarezza morale e dell'onestà.
Difficile stabilire a priori quando la verità vissuta risiede nella diserzione e quando essa si trova nell'obbedienza; c'è una bolsa retorica dell'ordine e ce n'è una, altrettanto stantia, della trasgressione.
Ognuno di noi si lusinga di essere un peccatore che ha molto amato e trasgredito e cerca di nascondere a se stesso e agli altri la propria gretta, codarda e timorata povertà di cuore... Per vincere l'aridità è necessario fare i conti con essa.
Chi ama la vita deve forse amare il suo gioco di incastri, entusiasmarsi non solo per il viaggio verso isole lontane, ma anche per la trafila burocratica relativa al rinnovo del passaporto.
Ciò che conta non è la tavolata di baldoria ma la qualità del vino di ogni giorno. Non conta l'anniversario del matrimonio bensì gli altri 364 giorni dell'esistenza condivisa e che lo stesso vale per il volgere di secoli e millenni e per gli anni santi dei 24 che li seguono o li precedono.
Tutto sarebbe tanto più semplice se nascessimo con le istruzioni per l'uso e la data di scadenza.
Non importa essere nati in un pollaio, quando si e usciti da un uovo di cigno.
La nascita è il fondamento della vecchiaia e della morte.
Che delitto abbiamo commesso per meritare di nascere?
La nostra nascita non è altro che l'inizio della nostra morte.
Come l'accensione di una candela dà a questa in una il principio di vita e di morte, così la nascita all'uomo.
Si domandava perché la nascita di un bimbo è chiamata "lieto evento", ma non riusciva a trovare una risposta che lo convincesse.
Nascere è ricevere un intero universo in dono.
Si nasce, e poi l'unica cosa che siamo sicuri ci succederà sarà il morire.