L'invidia ha gli occhi e la fortuna è cieca.— Corrado Alvaro
L'invidia ha gli occhi e la fortuna è cieca.
Gli uomini di fatica, di affari, di pensieri, nello stato di riposo, su una spiaggia, per esempio, sembrano di quelle belve in cattività dei giardini zoologici.
Dei Greci, i meridionali hanno preso il loro carattere di mitomani. E inventano favole sulla loro vita che in realtà è disadorna. A chi come me si occupa di dirne i mali e i bisogni, si fa l'accusa di rivelare le piaghe e le miserie, mentre il paesaggio, dicono, è così bello.
Nessuna libertà esiste quando non esiste una libertà interiore dell'individuo.
Com'è fatta la gente! Che non può vedere un po' di bene a nessuno, e anche se non hanno bisogno di nulla invidiano il pane che si mangia e le speranze che vengono su.
La lontananza è il fascino dell'amore. Amarsi vicini è difficile.
Come una falena rode un indumento, così fa l'invidia consuma una persona.
Benedetto colui che ha imparato ad ammirare, ma non invidiare, a seguire ma non imitare, a lodare ma non lusingare, a condurre ma non manipolare.
L'invidia è l'arte di contare i colpi di fortuna degli altri anziché i propri.
Il ferro è consumato dalla ruggine, l'invidioso dal suo vizio.
Tre sono le cose che dovremmo sempre evitare: l'odio, l'invidia ed il disprezzo.
L'invidia non è altro che un odio per la superiorità altrui.
L'invidia è odio, è la base, se non lo zoccolo duro di tutte le psicopatologie. Perché se ti invidio, inevitabilmente voglio il tuo male, e se voglio il tuo male, inevitabilmente voglio il "mio" male.
Nessuno è gran che da invidiare, innumerevoli sono da compiangere molto.
La spia va a caccia per conto d'altri, come il cane; l'invidioso va a caccia per conto proprio, come il gatto.
Gli uomini invidiosi dal fiuto più sottile cercano di non conoscere con maggior precisione il loro rivale per potersi sentire superiori a lui.