L'invidia è un cieco che vuole strapparti gli occhi.
Ci sono epoche e luoghi in cui essere nessuno è più onorevole che essere qualcuno.
Nel momento in cui ti soffermi a pensare se ami o meno una persona, hai già la risposta.
Non si pensa nemmeno che si invecchierà, né che il tempo passi, né che, dal giorno in cui nasciamo, camminiamo verso un'unica fine.
Se il vero dolore consistesse in uno schiaffo...
Tre sono le cose che dovremmo sempre evitare: l'odio, l'invidia ed il disprezzo.
Sola la miseria è senza invidia nelle cose presenti.
Ogni persona ha ciò che non vuole, e ciò che vorrebbe l'hanno gli altri.
L'invidia è il segno sicuro del difetto, dunque se è rivolta ai meriti altrui è il segno del difetto di meriti propri.
L'invidia si volge alle cose vicine, mentre quelle lontane sono guardate con animo schietto e sincero. La vita del saggio, dunque, spazia per ogni dove, è senza tempo, non è limitata, come quella degli altri mortali.
Ogni volta che penso alla crocifissione di Cristo, commetto il peccato dell'invidia.
Ci si può liberare dell'invidia gustando le gioie che si trovano sul proprio cammino, svolgendo il lavoro che si deve svolgere, ed evitando di fare confronti con coloro che reputiamo, forse erroneamente, molto più fortunati di noi.
L'invidia del cretino per l'uomo brillante trova sempre qualche consolazione nell'idea che l'uomo brillante farà una brutta fine.
Non c'è che una stagione: l'estate. Tanto bella che le altre le girano attorno. L'autunno la ricorda, l'inverno la invoca, la primavera la invidia e tenta puerilmente di guastarla.
L'invidia è come una palla di gomma che più la spingi sotto e più torna a galla.
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