Che cosa è l'uomo che invidia l'altro uomo, se non una miseria che invidia un'altra miseria?
Molto più spesso che non si creda l'insolenza è una maschera della viltà.
Non batterà mai con profitto la sua via chi, battendola, pensa che avrebbe dovuto, potuto, batterne un'altra.
Chi vuol essere da più ch'ei non può, riesce da meno di quanto ei potrebbe.
Cosi breve ed angusta è la vita umana che più di un amor grande non vi può capire.
Presso che le operazioni tutte con le quali gli uomini s'ingegnano di acquistare la felicità, sono ad essi cagione di maggiore infelicità.
Tre sono le cose che dovremmo sempre evitare: l'odio, l'invidia ed il disprezzo.
Ho sempre vinto l'invidia, la vigliaccheria e la malvagità coprendole di maestosa invisibilità e di appariscente indifferenza.
Il vasaio ce l'ha con il vasaio e l'artigiano con l'artigiano, il mendico invidia il mendico e il poeta il poeta.
Quanto più in alto sali, tanto più piccolo ti vede l'occhio dell'invidia.
Non c'è che una stagione: l'estate. Tanto bella che le altre le girano attorno. L'autunno la ricorda, l'inverno la invoca, la primavera la invidia e tenta puerilmente di guastarla.
L'amore guarda attraverso un telescopio; l'invidia, attraverso un microscopio.
L'invidia è quel sentimento che nasce nell'istante in cui ci si assume la consapevolezza di essere dei falliti.
La nostra invidia dura sempre più a lungo della felicità di quelli che invidiamo.
Sono immune dall'invidia, libero di provare ammirazione e amicizia, che bellezza! Non c'è niente di più triste di qualcuno che soffre per il successo altrui, che è schiavo della critica e del rancore, che trasuda invidia, che si dibatte nel dispetto: un infelice.
L'invidia è come una palla di gomma che più la spingi sotto e più torna a galla.
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