O invidia, radice di mali infiniti, verme roditore di tutte le virtù!
Il miglior condimento che ci sia è la fame.
La bravura quando non si fonda sulla base della prudenza, si chiama temerità, e le prodezze del temerario più si attribuiscono alla buona fortuna che al suo coraggio.
Ben è ragionevole e giusto che Amore venda a caro prezzo le sue glorie, poiché non ha il mondo miglior tesoro: ed è manifesto che tiensi a vile ciò che a vil pregio s'aquista.
Non si dovrebbe parlare di corda in casa dell'impiccato.
Non c'è amore sprecato.
Tre sono gli istinti primordiali: l'angoscia, l'invidia e il senso di immortalità.
Benedetto colui che ha imparato ad ammirare, ma non invidiare, a seguire ma non imitare, a lodare ma non lusingare, a condurre ma non manipolare.
L'invidia, la bile dell'anima.
Non è felice l'uomo che nessuno invidia.
Una modalità di difesa frequente è quella di stimolare l'invidia negli altri con il proprio successo, con la ricchezza e la fortuna, rovesciando così la situazione di chi sperimenta l'invidia.
Gli uomini non conoscono la propria felicità, ma quella degli altri non gli sfugge mai.
Ogni volta che penso alla crocifissione di Cristo, commetto il peccato dell'invidia.
A differenza della lussuria, della superbia, della gola, l'invidia è forse l'unico vizio che non dà piacere.
Invidia, radice d'infiniti mali e tarlo delle virtù! Tutti i vizi seco si traggono.
Le persone possono mostrarsi gelose, ma nascondono la loro invidia.