Una delle più increscevoli e nocive cose di questo mondo è la dabbenaggine che usurpi il nome della bontà.— Arturo Graf
Una delle più increscevoli e nocive cose di questo mondo è la dabbenaggine che usurpi il nome della bontà.
Che cosa è l'uomo che invidia l'altro uomo, se non una miseria che invidia un'altra miseria?
Se di una donna tu ami il corpo e non l'anima, non amerai a lungo.
Tanto vale l'uomo quanto vale il concetto che egli si forma della felicità.
La mano che accarezza può far più male della mano che percuote.
Vero patriottismo non è quello che solo nello occasioni grandi e solenni si scuote, si scalmana e rodomonteggia; ma sì quello che cotidianamente, ordinatamente, instancabilmente, procaccia il bene comune, e di ciò non si vanta.
La bontà, che non è mai bonacciona, è difficile perché presuppone la forza di fare i conti con la complessità del reale, in cui coesistono bene e male, fraternità e violenza.
Diventiamo buoni sempre un tantino troppo tardi. Anche perché nessuno, grazie al cielo, potrebbe metterci alla prova.
La nostra bontà non è che la nostra cattiveria che dorme.
La bontà è il solo investimento che mai fallisce.
La bontà civilizza l'intelligenza.
Anche nel peggior carattere c'è il 5% di buono. Il gioco consiste nel trovarlo e quindi nello svilupparlo fino ad una proporzione dell'80% o 90%.
Quanta bontà tra le atrocità della guerra!
La bontà è un capriccio del temperamento e non abbiamo il diritto di rendere gli altri vittime dei nostri capricci, seppure di umanità o di tenerezza.
Arduo essere buono.
Se qualcosa è buono, allora è anche divino.