L'ignoranza può essere sublime, ma è sempre perdente e conduce verso la catastrofe.— Dacia Maraini
L'ignoranza può essere sublime, ma è sempre perdente e conduce verso la catastrofe.
Una volta i topi portavano la peste, forse per questo molta gente ne era terrorizzata. E ancora oggi il topo fa paura. Aveva in comune con gli uomini un parassita: la pulce. Era per via di quell'animaletto succhiasangue che si trovavano fianco a fianco nella tragedia.
La giustizia è fatta di distacco, comprensione, giudizio, non di ritorsione e regolamento di conti.
Gli innamorati si credono una folla anche quando sono uno più uno.
Mentre all'uomo si chiede di parlare secondo competenza e talento, alla donna si chiede di parlare con il corpo.
A volte ci si sfama anche con gli occhi.
Essere ignoranti della propria ignoranza è la maledizione dell'ignorante.
L'ignorante è non solo zavorra, ma pericolo della nave sociale.
Bisogna essere dei grandi ignoranti per rispondere a tutto quanto ci viene richiesto.
Il mondo si troverà sempre nel disordine e nell'ignoranza, dal momento che i dotti non ne costituiscono tutt'al più che la centesima parte.
Nell'indifferenza etica crescono i pregiudizi, nell'ignoranza si cementano gli odi e i sospetti; nella perdita dei valori della cittadinanza, scritti mirabilmente nella nostra Costituzione, fermentano i germi di nuove violenze.
La morte è l'ignoranza della vita: quanti uomini morti si aggirano tra i viventi.
Di solito le nostre vite sono universalmente abbreviate dalla nostra ignoranza.
L'ignoranza è per noi la madre dell'errore.
La nostra ignoranza si estende a mondi sempre più lontani.
L'uomo risponde della propria ignoranza.