Francesco Bacone esplora la complessità della figura del coraggioso imprenditore, sottolineando l’importanza dell’audacia come requisito fondamentale per il successo nelle attività private. Tuttavia, introduce un elemento di critica quando afferma che tale audacia deriva spesso da una condizione d'ignoranza e bassezza morale. Questa dichiarazione invita al pensiero profondo sulle dinamiche del coraggio nell’ambito degli affari: mentre l’audacia può aprire le porte all’avventura imprenditoriale, la sua origine incondizionata potrebbe essere un segno di mancanza di saggezza e discernimento. Bacone solleva quindi una questione etica sull'equilibrio tra coraggio operativo ed esperienza riflessiva.