Non è scandaloso avere una verità oggi e una domani. È scandaloso non averne mai.
Cercare l'indirizzo della felicità è inutile. Cambia domicilio in continuazione.
Perfino i ciechi sentono il bisogno di guardarsi intorno.
L'amore che si accende e si spegne a intermittenza presto si fulmina.
L'anomalia non sta nel vecchietto in amore, ma nei ventenni che non riescono a innamorarsi.
L'amicizia non sopporta, a ogni ora, dosi massicce di franchezza. Guai però se non apre una scuola permanente di tolleranza.
L'incanto della natura, il mistero affascinante che l'avvolge sono forse l'unica chiave di cui disponiamo per cercare di aprire la porta che ci separa dalla verità.
Preferiamo ignorarla, la verità. Per non soffrire. Per non guarire. Perché altrimenti diventeremmo quello che abbiamo paura di essere. Completamente vivi.
La verità è il pane degli intelletti robusti.
Quanto più astratta è la verità che tu vuoi insegnare, tanto più devi sedurre anche i sensi a essa.
La verità sulle intenzioni di un uomo non si apprende chiedendogliela.
Tutti possono dire la verità, ma solo pochi possono comporre epigrammi.
Il rapporto con la verità divide gli uomini perché di fronte ad essa ogni individuo deve essere solo e perdere in qualche modo di vista quel che fanno gli altri. Non guardava in questa direzione Gesù, quando diceva di esser venuto a portare la spada?
La verità è una giovinetta tanto bella quanto pudica e perciò va sempre avvolta nel suo mantello.
La verità ai più non piace, come lo specchio alle persone brutte.
La verità non sta in un solo sogno, ma in molti sogni.