Vegliai le stelle vivide nei pelaghi del cielo.— Dino Campana
Vegliai le stelle vivide nei pelaghi del cielo.
Il popolo d'Italia non canta più. Non vi sembra questa la più grande sciagura nazionale?
Alcuni credono di dare il senso della loro profondità coll'estensione del loro lazzaronismo.
Il mattino arride sulle cime dei monti. In alto sulle cuspidi di un triangolo desolato si illumina il castello, più alto e più lontano. Venere passa in barroccio accoccolata per la strada conventuale.
Quando un solo italiano, ragazzo s'intende, penserà di sputare sulla tomba di Machiavelli?
Attacca il tuo carro ad una stella.
Le cose sono unite da legami invisibili. Non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella.
San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l'aria tranquilla arde e cade, perché sì gran pianto nel concavo cielo sfavilla.
Mi domando, - disse, - se le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua.
Se le stelle apparissero una sola notte ogni mille anni, come gli uomini potrebbero credere e adorare, e serbare per molte generazioni la rimembranza della città di Dio?
Bisogna avere ancora un caos dentro di sé per partorire una stella danzante.
Fino a che continuerai a sentire le stelle ancora come al di sopra di te, ti mancherà lo sguardo dell'uomo che possiede la conoscenza.
Quando è buio a sufficienza, puoi vedere le stelle.
Non serve a niente dirmi che è una roccia senza vita là nel cielo! So che non è così.
Il digiuno cessava quando nel cielo chiaro di quello scorcio d'estate spuntavano le prime tre stelle.