La ragione e la fede sono le due sponde dello stesso fiume.
La prima persona che l'uomo superbo vuole convincere del proprio valore é se stesso.
L'arte é una pausa, un incontro di sensibilitá.
Alcune volte nella vita conviene tenere gli occhi ben aperti, a volte aperti a metà, e a volte ben chiusi. Il problema é sapere ogni volta cosa fare.
La vita non è ciambelle con miele, ma ha miele e ha ciambelle.
Tutti i misteri che l'universo racchiude sono solo una strizzata d'occhio di Dio.
La differenza fra il teorico della fede e il credente è grande quanto quella fra lo psichiatra e il matto.
Io credo nel Dio che ha creato gli uomini, non nel Dio che gli uomini hanno creato.
La fede non è passività. Apre alla vita. È lucidità, stupore, camminare e partecipare alla comprensione della vita.
La fede aiuta a distinguere il bene e il male, a scegliere la via giusta nei momenti di difficoltà.
Io credo perché ho bisogno di credere in Dio e nel «dopo» che c'è oltre la vita. La fede, per me, è un dogma. Un valore assoluto. Che fa parte della vita di chiunque, anche di quelli che dicono di non credere.
Per il momento non c'è più conflitto tra uomini di ragione e uomini di fede. Siamo tutti in ginocchio.
Bisognerebbe poter distinguere coloro che si convertirono molto presto, quando l'adesione alla nuova fede era ancora un'avventura eroica, dal gregge che seguì il movimento quando già lo Stato l'approvava dall'alto.
La fede è al servizio della vita, non viceversa.
Senza fede non potremmo accettare né concepire la morte.
La fede nell'esistenza di Dio e la negazione dell'esistenza di Dio hanno un punto in comune: il desiderio di Dio.