La nozione di chiarezza, per nostra disgrazia, pare essere intrinsecamente e fatalmente oscura.
Uno sguardo vergine sulla realtà: ecco ciò ch'io chiamo poesia.
Quelli di Tienanmen erano veramente dei ragazzi poveretti, sedotti da mitologie occidentali, un poco come quelli che esultarono quando cadde il muro; erano dei ragazzi che volevano la Coca-Cola.
La poesia non è una cosa morta, ma vive una vita clandestina.
In cinquant'anni molte cose sono profondamente cambiate, la poesia è cambiata, ma non è cambiato il compito dei poeti, quello di disegnare il profilo ideologico di un'epoca.
Era un pappagallo spelacchiato e maniaco, che non parlava quando glielo chiedevano bensì nelle occasioni più impensate, ma allora lo faceva con una chiarezza e un uso della ragione non molto comuni negli esseri umani.
La chiarezza è impegnativa, e non bisogna mai impegnarsi troppo. Se le religioni fossero molto chiare perderebbero, coll'andar del tempo, i credenti.
Quelli che scrivono con chiarezza hanno dei lettori, quelli che scrivono in modo ambiguo hanno dei commentatori.
Chi scrive chiaro, sa scrivere La semplicità - non solo nella lingua - è fatica invisibile, ma porta vantaggi evidenti. Quello che scrivete, e come lo scrivete, può cambiare la vostra vita.
È preferibile parlar chiaro e vuotare il sacco. Ogni parola che rimane nel gozzo incancrenisce.
Quello che mi interessa è solo vivere, capito cosa voglio dire? Pensare positivamente, puro e chiaro. E potrò camminare sempre a testa alta e fare le cose liberamente.
Parlare oscuramente lo sa fare ognuno, ma chiaro pochissimi.
La chiarezza è la buona educazione dello scrittore.
Per la mente che vede con chiarezza non c'è necessità di scelta, c'è azione.
Ardo dal desiderio di spiegare, e la mia massima soddisfazione è prendere qualcosa di ragionevolmente intricato e renderlo chiaro passo dopo passo. È il modo più facile per chiarire le cose a me stesso.
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